Formazione
Il sistema dell’istruzione per il comparto nautico: situazione attuale e prospettive future
La scuola secondaria superiore
Il sistema istruttivo superiore italiano, nel panorama ridefinito dalla Riforma Gelmini, consente di conseguire titoli abilitativi alla carriera di bordo unicamente attraverso l’Istituto Tecnico Trasporti e Logistica (ITTL), che propone un’offerta formativa equivalente a quella che storicamente è stata rappresentata dall’Istituto Nautico.
Tali istituti si caratterizzano per una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico in linea con le indicazioni dell’Unione Europea, costruita attraverso lo studio, l’approfondimento e l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico.
In particolare l’Istituto Tecnico Trasporti e Logistica ad indirizzo marittimo, come detto, è l’unico Istituto che rilascia qualifiche che garantiscono l’accesso alla carriera marittima di bordo. Esso ha diversi indirizzi, le cui articolazioni sono correlate ai settori fondamentali del “cluster marittimo”:
• Costruzione del mezzo;
• Conduzione del mezzo;
• Logistica.
L’indirizzo professionale che garantisce l’accesso alle professioni di bordo è quello relativo alla “Conduzione del mezzo”, che approfondisce le problematiche relative alla conduzione e all’esercizio del mezzo di trasporto marittimo. Tale indirizzo prevede due opzioni:
• Conduzione del Mezzo Navale / permette di conseguire un titolo di studio utile per intraprendere la carriera nell’ambito della navigazione su navi mercantili e/o passeggeri con la qualifica professionale di Allievo Ufficiale di navigazione (Capitani). Il Diplomato possiede conoscenze e metodi di lavoro funzionali allo svolgimento dell’attività di organizzazione dei trasporti in generale e marittimi in particolare nonché competenze per l’inserimento in settori del controllo e del monitoraggio ambientale;
• Conduzione di Apparati ed Impianti Marittimi / permette di conseguire un titolo di studio utile per intraprendere la carriera nell’ambito della navigazione su navi mercantili e/o passeggeri con la qualifica professionale di Allievo Ufficiale di macchina (MACCHINISTI). Il Diplomato possiede conoscenze e metodi di lavoro funzionali alla gestione ed alla conduzione di impianti termici, elettrici, meccanici e fluido dinamici utilizzati nella trasformazione e nel controllo dell’energia con particolare riferimento alla propulsione degli impianti navali. Possiede anche conoscenze tecnico-scientifiche sulla teoria e tecnica dei controlli delle macchine e degli impianti ed è in grado di occuparsi e gestire gli impianti di tutela e disinquinamento dell’ambiente.
Il diploma, conseguibile con gli ITTL, si pone l’obiettivo ultimo di far acquisire agli studenti saperi e competenze coerenti e necessarie ad un rapido inserimento nel mondo del lavoro e/o ad accedere a percorsi universitari e/o all’istruzione e formazione tecnica superiore.
Altri Istituti tecnici e professionali, seppur non rilasciando medesime tipologie di titoli ed abilitazioni, consentono agli studenti di conseguire una preparazione adeguata allo sviluppo di carriere di bordo in altre sezioni: si pensi agli indirizzi alberghieri, turistici, commerciali e linguistici per la sezione hotel ed a quelli più propriamente tecnico-meccanici per le professioni di coperta e macchina incluse nell’Altro personale.
I corsi di allineamento
A seguito di una temporanea crisi di “vocazione” per la vita di bordo, il MIT in accordo con il MIUR, con il Decreto del 30/11/2007, determinò la possibilità di aprire le carriere direttive marittime anche ai diplomati in discipline diverse da quella strettamente nautica.
Ad essi si indirizzano i "corsi di allineamento", strutturati in almeno 500 ore (all'incirca 4 mesi) di una formazione full immersion, basata su materie a carattere tecnico, finalizzata a trasmettere a un diplomato di qualsivoglia disciplina le competenze necessarie per intraprendere la carriera direttiva di bordo, sia nel settore di Coperta che nel settore di Macchina.
La figura in entrata è dunque generica: al corso possono partecipare diplomati o laureati non nautici, rientranti in fasce d'età decise dal Comitato Tecnico Scientifico specifico per questa tipologia di corsi.
La figura in uscita è quella dell'allievo ufficiale, di coperta o di macchina a seconda dell'opzione scelta dall'allievo. Al termine del corso, previo superamento di un esame, si ottiene la piena e riconosciuta equiparazione del proprio titolo di studio, senza limiti di carriera, a quello dei diplomati degli ex istituti nautici.
Per una serie di criticità la risposta delle Compagnie a questa iniziativa non è stata entusiasta e solo un ridotto numero di “allineati” ha trovato effettivamente un imbarco. Alcuni hanno superato le selezioni per frequentare gli ITS, ma la maggior parte è rimasta disoccupata.
Molto probabilmente tali criticità sono determinate dall’eccessivo sottodimensionamento del percorso rispetto a quanto (seppur diminuito) viene fatto nei “nautici”. Inoltre, gli allievi mancano di un inquadramento educativo e, con riferimento ad alcuni titoli scolastici (Liceo Classico, Alberghiero, Ragioneria, Liceo pedagogico, ecc.), delle conoscenze scientifiche e culturali per affrontare le discipline nautiche.
Criticità attuali del sistema italiano
Con la trasformazione degli ITN in ITTL, la formazione nautica è stata notevolmente ridotta, come manifestato chiaramente dagli stessi docenti e dirigenti scolastici. L’impianto della Riforma Gelmini ha determinato alcune modifiche sostanziali nel sistema scolastico italiano. Senza dubbio la riduzione delle ore delle discipline “di indirizzo” è stata notevole, come emerge agevolmente facendo una tabella comparativa con i piani di studio pre “Orione” (fino al 1984), quelli del “Progetto Nautilus” e quelli della Riforma Gelmini.
Secondo le direttive ministeriali, l’ambiente scolastico avrebbe dovuto essere rivitalizzato da un avvicinamento tra il mondo della scuola e quello del lavoro ed un aggiornamento professionale dei docenti. Tutto ciò è, in gran parte, rimasto sulla carta nonostante il costante impegno profuso da parte del sistema armatoriale che solo in poche occasioni ha trovato terreno fertile, sia per la resistenza dei docenti/dirigenti scolastici che per la mancanza/inosservanza delle linee guida ministeriali, che prevedono tra l’altro l’attivazione di Comitati tecnico-scientifici (CTS) che monitorino, supportino e rendano esecutivi tali processi.
Attualmente i CTS sono presenti solo nell’1% degli Istituti italiani (tutti, non solo gli ITTL), essendo per gli stessi l’attivazione una facoltà e non un obbligo.
C’è tuttavia da sottolineare lo sforzo che il MIUR sta operando per l’assegnazione di fondi utili alla Formazione Docenti al fine di consentire il conseguimento di certificazioni specifiche ai sensi dell’IMO MC 6.10 per l’insegnamento con l’utilizzo di simulatori.
La formazione tecnica superiore: gli ITS
Nell’ambito dei settori più propriamente “di terra”, sulla spinta dei relativi sistemi imprenditoriali, sono stati creati numerosi Istituti Tecnici Superiori (ITS) con lo scopo di rispondere alla domanda di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche. Essi formano tecnici superiori, attraverso metodologie attive che privilegino l’alternanza scuola-lavoro nelle aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo economico e la competitività, e costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria.
Nel campo marittimo la situazione è diversa. Attualmente operano in Italia solo tre ITS che rilasciano qualifiche idonee a conseguire le abilitazioni di Ufficiale di coperta e macchina: uno a Genova «ITS per la Mobilità Sostenibile - Accademia della Marina Mercantile», originato dal preesistente modello dell’Accademia di Genova, uno a Gaeta «ITS per la Mobilità Sostenibile - Fondazione “G. Caboto”» e il terzo a Trieste, la Fondazione Accademia Nautica dell’Adriatico, costituitasi alla fine dello scorso anno.
Nel 2015 la Fondazione Accademia Italiana della Marina Mercantile, alla luce dei buoni risultati ottenuti differenziando i corsi (navi da crociera, unità ro-ro pax e navi da carico), ha riproposto diverse selezioni. Dei 794 partecipanti al concorso per la sezione di coperta (417 per crociere e ro-ro pax e 277 per navi da carico), entrano in Accademia 105 allievi (63 per crociere e ro-ro pax e 32 per navi da carico). Per quanto riguarda la sezione macchina, dei 123 candidati vengono selezionati 62 nuovi allievi. In totale sono 157 i nuovi allievi dell’Accademia (95 di coperta e 62 di macchina), quasi il 25% in più rispetto al 2014. Le regioni principali di provenienza sono ancora una volta la Sicilia e la Liguria.
L’Istituto Tecnico Superiore per la mobilità sostenibile Fondazione “Giovanni Caboto” con il bando 2015 fa salire a dodici i corsi, che coinvolgono in totale 207 Allievi Ufficiali, di cui 110 di coperta e 97 di macchina. Nel 2015, si sono diplomati 13 Allievi Ufficiali di coperta e 9 Allievi Ufficiali di macchina e quasi tutti hanno conseguito il titolo di Ufficiale di navigazione. 30 diplomati nel 2014 hanno iniziato la loro carriera a bordo e alcuni hanno conseguito il titolo di Secondo ufficiale.
La Fondazione Accademia Nautica dell’Adriatico ha avviato due corsi per Tecnico superiore nel settore della mobilità delle persone e delle merci: il primo con specializzazione per la conduzione di navi (riferibile al titolo professionale di “Ufficiale di navigazione”), a cui partecipano 12 allievi; il secondo per la gestione degli impianti ed apparati di bordo (riferibile al titolo professionale di “Ufficiale di macchina”), a cui partecipano 10 allievi.
Ad oggi il diploma conseguito non dà automaticamente l’abilitazione in quanto per diventare Ufficiali è necessario sostenere l’esame di Stato presso l’Autorità Marittima. Gli ITS tuttavia garantiscono il raggiungimento di due obiettivi fondamentali: rafforzare le competenze degli allievi ed assicurare gli imbarchi necessari, premessa ad un ingresso quasi certo nel mondo del lavoro.
Emerge chiaramente dai numeri sopra indicati che rispetto al bacino d’utenza (si pensi che in Campania, contando solo gli allievi fuoriusciti dagli Istituti Nautici pubblici, siamo a cifre pari a 448 ragazzi per la “sezione coperta” e 155 per la “sezione macchina”, territorio in cui tra l’altro non è stata neanche sviluppata una specifica opportunità formativa) ed alle effettive possibilità di imbarco, l’offerta formativa è ancora ben al di sotto della domanda che viene dal sistema armatoriale e dai giovani diplomati (i numeri dell’ITS di Genova evidenziano che solo il 20% circa dei candidati riesce ad accedere ai percorsi).
In pratica i Comandanti d’armamento delle compagnie di navigazione si trovano quindi a dover scegliere fra due tipologie di Allievi Ufficiali:
• un numero limitato di Allievi Ufficiali che seguono un percorso formativo approvato e sviluppato dagli ITS, corrispondente alle indicazioni delle STCW;
• un numero molto elevato di Allievi Ufficiali, che non hanno frequentato i corsi ITS e la cui scarsa preparazione deve essere “compensata”, prima degli imbarchi, attraverso percorsi formativi che consentano il conseguimento di una preparazione adeguata a poter sostenere l’esame di abilitazione. Saranno poi gli stessi allievi ad accollarsi in modo autonomo e privatistico i costi di tale preparazione quando non sono le Compagnie a provvedervi.
La formazione universitaria e post-universitaria
Un legame indissolubile, Napoli e il suo mare. Una storia che si intreccia nei secoli. E nel tempo diventa passione, come l’origine dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” nel 1919, quando, su istanza dell’Ammiraglio napoletano Pasquale Leonardi Cattolica, il Regio Istituto di Incoraggiamento partenope si fa promotore, presso il Governo, dell’istituzione, in città, di un centro superiore di cultura nel quale il mare venisse “studiato in quanto è, in quanto produce ed in quanto mezzo di scambio” e che, accanto allo sviluppo della cultura scientifica, preparasse le menti alla “consapevole valorizzazione dei problemi economici relativi al mare”.
Al giorno d’oggi l’Università Parthenope è l’unico Ateneo italiano a proporre corsi di laurea e/o dottorati su tematiche strettamente connesse al cluster marittimo, avendo tra l’altro riconosciuto dalla normativa vigente il diploma di laurea triennale in Scienze Nautiche quale titolo utile al conseguimento della qualifica di Allievo Ufficiale di Coperta. L’Università si propone, quindi, come elemento di continuità tra la tradizione storica e culturale dell'antica Parthenope e la Napoli contemporanea, integrata nel contesto internazionale e crocevia del Mediterraneo, con lo specifico obiettivo di recepire le tendenze più recenti in ambito scientifico, tecnico e culturale e di sintetizzarle in un progetto formativo innovativo caratterizzato da un’offerta formativa variegata e di elevato profilo qualitativo; in particolare sono attivi i seguenti corsi:
• Corso di Laurea di primo livello: Scienze nautiche ed aeronautiche; Management delle imprese internazionali;
• Corso di Laurea di secondo livello: Scienze e tecnologie della navigazione; Economia della cooperazione e del commercio internazionale;
• Corso di formazione superiore: Dottorato di ricerca in Scienze Applicate al Mare all’Ambiente ed al Territorio.
Si può quindi notare come muovendosi nel solco della tradizione ancora attualmente si ritiene opportuno approfondire le complesse tematiche connesse al settore marittimo oltre che da un punto di vista tecnologico (grazie ai corsi di formazione di primo, secondo livello e ai dottorati del Dipartimento di Scienze e Tecnologie) anche dal punto di vista economico (grazie ai corsi di formazione di primo, secondo e dottorati del Dipartimento di studi Aziendali ed Economici).
La formazione professionale iniziale e gli enti autorizzati per la formazione riconosciuti a livello internazionale
Come già esposto precedentemente, la gestione delle navi moderne richiede personale altamente specializzato, che sia in grado di svolgere i propri compiti sui vari tipi di nave presenti oggi sul mercato marittimo. Per questo motivo, seguendo le indicazioni della STCW, il MIT ha emanato una serie di norme che impongono al personale di seguire dei corsi di addestramento.
In particolare tutto il personale marittimo, iscritto nelle matricole della gente di mare, senza distinzione di grado e qualifica, deve frequentare il cosiddetto “BASIC TRAINING” composto da quattro corsi:
• P.S.S.R. (Personal Safety & Social Responsibilities - Sicurezza personale e responsabilità sociali) / è il primo corso nell'addestramento di base, dove gli allievi imparano a svolgere tutte le operazioni potenzialmente pericolose di bordo, conoscono come è costruita una nave e le varie parti di essa, la normativa internazionale con speciale riferimento alla Marpol;
• Sopravvivenza e salvataggio / il marittimo è addestrato alle tecniche di sopravvivenza in mare, infatti le prove a cui vengono sottoposti i corsisti mirano a ricreare situazioni reali, quindi prevedendo non solo quelle di abbandono nave, ribaltamento della zattera con effetto vela, di recupero naufrago, di nuoto e con le tute di immersione, ma anche di sopravvivenza a bordo dei mezzi di salvataggio e dell'ipotermia;
• Antincendio di base / è il corso dove si apprendono le tecniche antincendio, l'uso degli estintori, del materiale e delle attrezzature antincendio. Il personale viene addestrato a fronteggiare incendi in spazi aperti ed in locali chiusi, sia singolarmente che a squadre, a prestare soccorso ed al salvataggio di feriti;
• Primo Soccorso Elementare / fornisce le informazioni e l’addestramento di base per intervenire correttamente durante un’incidente o una emergenza medica.
A questi vanno aggiunti i corsi di familiarizzazione alla Security, cioè alla prevenzione degli atti illeciti a bordo, nelle sue due articolazioni:
• Awareness / per personale che imbarca su navi soggette al codice ISPS;
• Duties / per il personale con compiti di security.
Il compito di addestrare il personale è affidato ai centri di addestramento autorizzati dal MIT. Questi centri sono sottoposti a visite ispettive iniziali da parte del MIT, mediante il supporto del personale del Comando Generale delle Capitanerie di Porto e a controlli ispettivi non programmati, per verificarne l’idoneità a svolgere i corsi per i quali hanno ricevuto l’autorizzazione.
I centri di formazione, per essere riconosciuti idonei dal MIT, devono avere un Sistema di gestione della Qualità ISO 9001, strutture e attrezzature specifiche per ogni corso, corpo istruttori in possesso dei requisiti definiti nei decreti istitutivi dei corsi.
Al termine di ogni corso di addestramento, i frequentatori devono sostenere un esame di fronte ad una Commissione, il cui Presidente è un rappresentante del MIT. I certificati di addestramento rilasciati sono riconosciuti da tutte le nazioni che sono firmatari della Convenzione STCW.
L’elenco aggiornato dei centri di formazione autorizzati è presente sul sito del Comando Generale delle Capitanerie di Porto (http://www.guardiacostiera.it/servizi/documents/sicurezzanavigazione/elencocentriformazione.pdf).
La formazione continua
La formazione continua, in un momento di crisi come quello attuale, assume valore centrale per la necessaria funzione di adeguare le competenze dei lavoratori alle esigenze dei processi produttivi e organizzativi, rafforzando così la loro posizione occupazionale e l’“adattabilità” al mercato del lavoro, e contestualmente promuovendo l’innalzamento della qualità e della competitività produttiva ed organizzativa delle imprese. La necessità di rafforzare la propria condizione professionale e di essere sempre in linea con le richieste del mercato vale in particolar modo per i precari e per i lavoratori che sono a rischio di esclusione dal mercato del lavoro.
La formazione continua, inoltre, deve costantemente rafforzare il livello qualitativo del personale italiano/comunitario come unico elemento di concorrenza con il personale extra comunitario.
I lavoratori possono accedere ai percorsi formativi o individualmente, se i corsi sono organizzati da enti di formazione accreditati, o attraverso l’impresa per cui lavorano, se questa ha ottenuto finanziamenti, o intenda investire risorse proprie, per la formazione dei propri dipendenti. Oltre al sistema regionale, esiste anche un sistema nazionale di formazione continua, finanziato dai Fondi Paritetici Interprofessionali. I Fondi Interprofessionali sono associazioni costituite tra le organizzazioni dei datori di lavoro e i sindacati dei diversi settori economici (industria, agricoltura, terziario e artigianato, ecc.) allo scopo di mettere a disposizione dei dipendenti finanziamenti per piani formativi aziendali, settoriali, territoriali o individuali. Le imprese aderiscono ai Fondi destinando a questo scopo una quota dei contributi, lo 0,30% dei contributi dei lavoratori versati all’INPS, e, quando intendono realizzare un progetto formativo, si rivolgono - con il supporto di società di consulenza o di formazione - al proprio Fondo e richiedono il finanziamento. Talvolta il singolo lavoratore può accedere a un finanziamento individuale (voucher) del proprio Fondo per partecipare ad una attività formativa concordata con l’azienda.
La Regione Campania periodicamente finanzia e programma corsi di formazione per occupati, con risorse comunitarie, nazionali e regionali; in particolare a valere sulla Legge 236/93 per sostenere e orientare piani formativi aziendali e pluriaziendali al fine di aggiornare ed accrescere le competenze dei lavoratori e sviluppare la competitività delle imprese. I piani formativi sono diretti a lavoratori dipendenti di imprese con sedi operative presenti sul territorio campano, sempre assoggettate al contributo dello 0,30% sul monte salari (di cui all’art. 12 della legge n. 160/1975, così come modificato dall’art. 25 della Legge 21/12/1978, n. 845 e successive modificazioni / contributo integrativo per l’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria versato prioritariamente all’INPS).
Oltre ai fondi nazionali, si interviene sulla formazione continua ormai da due cicli di programmazione anche con il Fondo Sociale Europeo. Infatti, l’ASSE I – Adattabilità del POR FSE 2007/13 della Regione Campania ha previsto interventi formativi tesi a sostenere il tessuto produttivo campano migliorando le capacità della forza lavoro occupata ad acquisire le competenze ed i saperi necessari a condurre il sistema produttivo verso una economia fondata sul bene “conoscenza”. In tal senso, anche la nuova programmazione, 2014/20, assicurerà investimenti di risorse sulle rispettive misure tese a garantire l'adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti.
La formazione continua “obbligatoria”
Rispetto ad altri settori lavorativi, dove molti percorsi di aggiornamento e rafforzamento delle competenze dei lavoratori sono frutto di scelte strategiche degli imprenditori e/o degli stessi dipendenti, il comparto dello shipping, alla luce degli emendamenti di Manila della STCW, prevede che molti dei corsi frequentati per l’accesso allo specifico segmento lavorativo debbano essere necessariamente “aggiornati” con cadenza quinquennale.
Altra peculiarità è legata ai processi di prosecuzione di carriera di bordo, che prevedono la frequentazione obbligatoria di ulteriori corsi di formazione. Di seguito vengono brevemente sintetizzati diversi step utili ai relativi avanzamenti di carriera o di imbarco su specifiche tipologie di navi.
Come già anticipato al paragrafo 2.4, gli allievi che vogliono diventare Ufficiali, sia di coperta che di macchina, dovranno aver frequentato il corso:
• Antincendio avanzato / dove si studiano gli schemi di tutti gli impianti fissi di bordo (CO2, Sprinkler, Schiuma, rilevazione di fumo e calore ed Hi-Fog System), alcuni dei quali usati praticamente durante il corso;
mentre per i soli Ufficiali di coperta serviranno anche i corsi:
• Radar Osservatore Normale / dove vengono addestrati all'uso dei Radar, al tracciamento manuale delle manovre evasive e alla navigazione in nebbia, zone di alto traffico e notturna;
• Radar A.R.P.A. / dove vengono addestrati all'uso dei Radar ARPA, alle manovre evasive in zone di alto traffico, in schemi di separazione, alla navigazione notturna, al plottaggio automatico ed alla valutazione di tutte le situazioni cinematiche possibili.
Inoltre gli allievi dovranno sostenere un esame presso le Capitanerie di Porto, secondo le modalità indicate nel D.M. del 17/12/2007.
Gli Ufficiali che imbarcano su navi dotate di sistema E.C.D.I.S. di cartografia elettronica, dovranno aver frequentato:
• Corso di formazione sull'uso operativo dei sistemi di informazione e visualizzazione della cartografia elettronica (Electronic Chart Display and Information System - ECDIS) - livello operativo / gli ufficiali sono addestrati all'utilizzo del sistema di simulazione ECDIS e acquisiscono la nozionistica base di un sistema Electronic Chart Display and Information System in termini di cartografia, sensoristica, normative, route planning, route monitoring e chart management.
Per diventare Comandanti, saranno necessari i seguenti ulteriori corsi:
• Radar A.R.P.A. S.A.R. – Bridge Team Work / gli ufficiali vengono addestrati a svolgere tutte le azioni di coordinamento e di soccorso, da soli ed insieme ad altre navi, seguendo gli schemi di ricerca ed effettuando le manovre di recupero;
• Medical Care / il candidato deve dimostrare di aver acquisito la necessaria competenza per: identificare i sintomi, assicurare una protezione contro le infezioni; trattare le malattie in modo appropriato, dosare ed somministrare farmaci ed eseguire medicazioni, valutare i cambiamenti delle condizioni del paziente, esame clinico del paziente, eseguire la preparazione ed il trasferimento del paziente, conoscere le procedure necessarie per la richiesta di assistenza medica via radio;
• Corso di formazione per gli ufficiali di coperta destinati a prestare servizio a bordo di navi con funzioni direttive, di 300 ore;
mentre i futuri Direttori di Macchina dovranno frequentare il
• Corso di formazione per gli ufficiali di macchina destinati a prestare servizio a bordo di navi con funzioni direttive, di 570 ore.
Gli ufficiali di coperta e macchina dovranno poi sostenere un ulteriore esame presso le Capitanerie di Porto, secondo le modalità indicate nel D.M. 17/12/2007.
Inoltre il personale di bordo che imbarca su particolari tipologie di navi, dovrà ricevere una ulteriore formazione specifica secondo le seguenti indicazioni:
• Navi che trasportano merci pericolose (petroliere, gasiere, chimichiere)
o Familiarizzazione alle tecniche di sicurezza per navi cisterna adibite al trasporto dei gas liquefatti, prodotti chimici, e per navi petroliere;
o Sicurezza Petroliere / Gasiere / Petroliere;
• Navi passeggeri
o Tipo Ro-Ro, STCW reg. V/2;
o Navi diverse dalle Ro-ro reg. V/3.
Il personale di coperta in guardia di navigazione dovrà avere la certificazione G.M.D.S.S. (Global Maritime Distress Safety System), che è l'addestramento (sia teorico che pratico) all'uso dei sistemi di comunicazione di bordo, per tutte le emergenze in tutte le aree del mondo. La certificazione G.M.D.S.S. è rilasciata dal Ministero dello Sviluppo economico a seguito di un esame teorico pratico.
I marittimi addetti ai mezzi di salvataggio dovranno avere la certificazione:
• M.A.M.S. (Marittimo Abilitato ai Mezzi di Salvataggio) e M.A.B.E.V. per i mezzi di salvataggio veloci.
Il personale che imbarca su navi dotate di sistemi di posizionamento dinamico (Dynamic Position D.P.) dovrà acquisire una specifica abilitazione rilasciata da enti autorizzati dalle istituzioni competenti (es. Nautical Institute, DNV, ecc.).
Gli ufficiali addetti al compito di SSO (Ship Security Officer) dovranno frequentare lo specifico corso di addestramento alle procedure antiterrorismo per la nave. I corsi di security richiedono una riqualificazione quinquennale delle competenze, mediante un apposito corso di aggiornamento.
La formazione continua come strategia d’impresa
Nel comparto marittimo si necessita comunque di formazione continua non obbligatoria, come scelta strategica delle imprese, per rendere il personale del settore maggiormente efficiente e competitivo.
Indichiamo di seguito alcune macro aree di intervento:
• Management / è necessario implementare e sviluppare ciò che è già previsto dalla STCW con corsi di gestione delle risorse e dell’economicità del mezzo nautico visto come unità produttiva, da dedicare ai livelli direttivi di bordo (Stato Maggiore e Ufficiali);
• Etica e valori di bordo / tutto il personale marittimo va rafforzato su quelli che sono i valori basilari della comunità navigante che vive, oltre ad una dimensione lavorativa particolare, una “quotidianità” non ravvisabile in altri comparti;
• Hotellerie di bordo / per rafforzare e recuperare alcune aree del settore, ormai affidate a personale extra comunitario (comparto crocieristico), bisogna elevare gli standard di competenze degli Ufficiali Commissari e del personale di camera, cucina ed accoglienza, anche prevedendo una diretta collaborazione con gli Istituti alberghieri che detengono queste competenze e che comunque devono “riscoprire” l’hotellerie di bordo;
• Lingue straniere / al di là della necessaria implementazione della lingua inglese destinata ad essere ormai il common language di bordo, è necessario rafforzare la conoscenza delle altre principali lingue straniere, sia per il personale di hotellerie che per il personale delle navi da carico, in base alle rotte effettuate.